
" ù Signuri di maju "
La festa del Santissimo Crocifisso dell’Olmo ha origini antichissime. Si trovano menzioni sulla processione per le strade cittadine, già prima del 1125. Fiori, fede, canti di gioia, colori e leggende descrivono la solennità del Salvatore dei mazzarinesi in processione per le strade del paese ogni 2° domenica di maggio su un fercolo (che risalirebbe al 1693, anno dell’istituzione della festa) pesante 14 quintali sulle spalle di circa 120 uomini scalzi e nudi, coperti soltanto da una veste bianca.
I festeggiamenti hanno inizio con l’apertura della chiesa il primo di maggio, che inizia a gremirsi di gente già nelle prime ore del mattino.
Numerosi sono i pellegrini che fanno “il viaggio”, il pellegrinaggio, anche scalzo,
effettuato ogni giorno per l’intero mese di maggio da casa alla chiesa e viceversa
per rinnovare la “prumisa”, la promessa a Gesù.
Il giovedì che precede la processione si entra nel pieno dei festeggiamenti, con l’apertura del Triduo, tre giorni di intensa preparazione spirituale.
Il venerdì i protagonisti sono i piccoli confrati, che effettuano l’offertorio, portando doni all’altare alla fine della Santa Messa.
Il sabato, vigilia della festa, l’offertorio viene fatto dai confrati adulti, molti dei quali l’indomani porteranno il fercolo. Durante la messa il Crocifisso viene prelevato dalla cripta dell’altare ed adagiato sul lettino per essere adorato.
Alla fine della santa messa, inizia la veglia al Crocifisso, che rimane sul lettino per tutta la notte; nel frattempo viene posizionato il fercolo nella navata centrale ed addobbato per la festa.
Il Cristo torna nella cripta nelle prime ore del mattino, prima dell’inizio della santa messa. I confrati durante l’ultima messa prima della processione, si radunano nel cortile della chiesa con il solo camice di colore bianco e croce rossa ricamata al petto, ignudi e scalzi, il Superiore e i primi due assistenti leggono parte dello statuto e assegnano a ciascun confrate il posto che egli occuperà nel fercolo.
Il fercolo è formato da quattro assi di abete dette “baiarde” e da una base quadrangolare, che sorregge “u munti”, baldacchino fatto di rami, foglie e fiori in ferro battuto. All’interno del baldacchino viene collocato il Crocifisso per essere portato in processione, mentre ai piedi della croce vi è una sfera che indica il mondo. Accanto ad essa vi sono invece 4 angeli.
Nella parte superiore delle baiarde vi sono degli anelli in ferro detti “currula”, dove ogni confrate inserisce una tela bianca detta “tuagghieddra”, che serve per le manovre di caricamento del fercolo.
Le baiarde terminano con grossi anelli dette “buccula”, dove vengono ancorate 6 corde dette “li venta”, che servono a direzionare la “vara”.
Alla fine della messa i confrati hanno occupato i loro posti ed al grido di “Vìva Gèsu Cucifissu”, il Cristo viene prelevato dalla cripta e legato sul fercolo mediante nastri rossi. Sono momenti di intense emozioni sublimato dal canto dell’inno “Al Signore che vince la morte, apriamo le porte del nostro cuor, Salvatore di Mazzarino sostieni il cammino di chi ti invoca e ti loda ogn'or”, scritto da don Salvatore Chiolo insieme alla musica composta dal papà Paolino.
La processione si snoda per la via Anzaldi, antica strada maestra della città e poi percorre:
-Largo Immacolata Concezione;
-Via Concezione;
-Via Guerreri;
-Via Bivona;
-Via Nicolosi;
-Piazza del Carmine;
-Via Santa Lucia;
-Piano Accardi;
-Via Santa Lucia;
-Via Maria Ss.ma delle Lacrime;
-Via La Bella;
-Largo Spirito Santo;
-Via Roma;
-Corso Vittorio Emanuele (breve sosta davanti al palazzo Bartoli);
-Basilica Maria Ss.ma del Mazzaro (Gesù incontra la Madre);
-Corso Vittorio Emanuele;
-Via Marconi;
-Largo Signore dell'Olmo
-Rientro in chiesa.
Al seguito del Cristo vi è una folla oceanica di pellegrini che per promessa fa il cosiddetto “Viaggiu scausu” (viaggio scalzo) seguendo lo stesso tragitto del fercolo. Le strade dove passa il Crocifisso vengono addobbate a festa dagli abitanti con fiori, palme e festoni, rendendo ancor più caratteristico il percorso.
È tradizione secolare che nel giorno della festa i bambini lanciano sul fercolo del Santissimo Crocifisso dell’Olmo, durante la processione, centinaia di “collane di margherite gialle”, senza gambo, infilzate con ago e filo a formare delle vere e proprie collane che buttate sul fercolo lo adornano, coprendolo per intero. Anche da questa tradizione la processione prende il nome di “Festa du Signuri di Maju”, festa del Signore di maggio.



